
La tecnica di fabbricazione della ceramica poggiava principalmente sull'abilità degli artigiani che operavano ignari del tornio. Le parti della ceramica erano modellate separatamente e quindi unite tra loro. Il collo e le anse delle giare erano aggiunte al prodotto finito come ultima operazione. Per evitare increspature, durante la cottura veniva aggiunta della paglia tritata all'argilla. Le pitture erano invece difese dal calore con degli involucri di legno. Tipica terracotta inca è quella dell'ariballo, un particolare vaso in cui il collo occupa un terzo dell'altezza. È dotato, in basso, in prossimità della massima circonferenza, di due anelli in cui venivano fatte passare delle corde per agevolarne il trasporto sulle spalle. È dipinto con sobrietà cromatica con motivi geometrici o figurativi su base gialla, arancione o rossa.
Le ceramiche servivano principalmente per scopi pratici. Erano inoltre usate per la fabbricazione di trombe che primeggiavano tra gli strumenti musicali suonati dagli Inca, quali i tamburi, gli strumenti a fiato, come i flauti e i flauti di pan.
Gli Inca non conoscevano il ferro, ma lavoravano il piombo, il rame e lo stagno con cui fabbricavano il bronzo ed erano in grado di estrarre e purificare l'oro e l'argento. Le loro tecniche di lavorazione erano raffinate e consentivano lavori a sbalzo, la damaschinatura per sovrapposizione dei metalli e la saldatura dell'argento. Gli Inca inoltre realizzavano splendidi oggetti in oro. Lo stile di lavorazione dei metalli degli Inca deve molta della sua ispirazione all'arte Chimú. A differenza loro, gli Inca non sembra considerassero i metalli così preziosi come gli abiti pregiati. Quando per primi gli spagnoli incontrarono gli Inca furono offerti loro in regalo dei vestiti di tipo qompi.
